Una domanda che da sempre arrovella la mente e che ha determinato una produzione di teorie, modelli, ma alcuna risposta certa. Con l’era delle neuroscienze, alcuni dati cominciano a emergere.
Da studi effettuati su gemelli, si parla di una certa quota di ereditabilità all’essere leader. Pare che i leader presentino una variante del gene per il recettore dell’acetilcolina, neurotrasmettitore associato a caratteristiche di personalità quali la persistenza nel perseguire un determinato obiettivo.
Quindi, tutti coloro che mostrano questa particolare variazione genetica, tendenzialmente, potrebbero ambire a diventare dei leader.
Ma avere questo gene non è la sola cosa necessaria , bisogna trovare un clima ambientale e culturale, che possa condurre fino alla tanto ambita leadership.
In una recente ricerca realizzata dalla Case Western Reserve University di Cleveland sono state individuate due reti neurali interconnesse che si riferiscono a due stili di pensiero: un sistema chiamato Task Positive Network, coinvolto nella risoluzione dei problemi, nella focalizzazione dell’attenzione, nella capacità di prendere le decisioni e di controllare le azioni.
Il secondo , il Default Mode Network, che ha a che fare con i comportamenti etici e sociali, con la consapevolezza di sé, con le cognizioni sociali, con la creatività e con la morale.
Si tratta di reti neurali specifiche, di cui una più centrata sulla risoluzione dei problemi e l’altra più attenta alla dimensione emozionale e relazionale. Sono presenti in ognuno di noi e funzionano in maniera alternata.
La peculiarità del leader, dunque, è saperle usare entrambi, ma soprattutto passare velocemente da una rete all’altra a seconda delle situazioni. Infatti, i primi risultati di questa ricerca mostrano che la flessibilità del pensiero gioca un ruolo primario per l’efficacia della leadership. In sostanza, secondo questo gruppo di ricerca, l’essere repentinamente flessibili pare sia la caratteristica fondamentale che dovrebbero avere i leader.
Il leader, è colui che è in grado di comprendere e gestire la propria emotività, che è capace di capire la visione del mondo dell’altro e le sue emozioni. L’empatia, cognitiva ed emotiva, è infatti una caratteristica fondamentale per il buon funzionamento di un gruppo di lavoro, essenziale per creare relazioni efficienti e funzionali e per motivare e ispirare il proprio team. La discussione e il confronto, così come la condivisione di una visione possono aiutare a stimolare lo sviluppo e l’innovazione creativa.
Si tratta, dunque, di alcune caratteristiche innate altre apprese, ma l’ingrediente essenziale è saperle condire incanalandole, ottenendo così quanto di più ambito ci possa essere: diventare un leader.