Le molecole che aiutano
La più utilizzata categoria di antidepressivi, gli inibitori della ricaptazione della serotononina, i cosiddetti SSRI, come la paroxetina e il citalopram, agiscono incrementando proprio il livello extracellulare della serotonina, anche se oggi si sa che probabilmente la loro azione è più articolata e coinvolge complessi di recettori non del tutto conosciuti. La ricerca ha ancora molte scoperte da fare sui rapporti esistenti tra questi recettori e, ad esempio, la tendenza alle ricadute nella depressione. «Possono essere coinvolti anche i fattori neurotrofici, — spiega ancora Fakhoury — una famiglia di proteine responsabile della crescita dei neuroni. Il cosiddetto brain-derived neurotrophic factor (fattore neurotrofico cerebrale, BDNF) è un esempio di fattore neurotrofico, ma ce ne sono altri, come l’Insulin like growth factor (fattori di crescita insulino-simili, IGF), il Fibroblast growth factor (fattori di crescita dei fibroblasti, FGF) e il Vascular endothelial growth factor (fattore di crescita dell’endotelio vascolare,VEGF). Sono sostanze coinvolte nella plasticità delle reti neuronali e possono stimolare la nascita di nuovi neuroni nell’ippocampo».