In cosa consiste la Psicoterapia? Metodo e obiettivi
La filosofia e il metodo di lavoro che contraddistingue la nostra pratica clinica consiste nell’offrire al paziente il massimo sollievo da un disturbo emotivo nel più breve tempo possibile per aiutarlo a vivere in modo più soddisfacente la propria vita.
L’obiettivo del trattamento Psicoterapeutico deve essere finalizzato ad aiutare il paziente a essere meno sofferente e più soddisfatto della propria vita , grazie a una maggiore comprensione del proprio funzionamento mentale e deve far acquisire al paziente le capacità e gli strumenti per rivedere e correggere i vari aspetti disfunzionali del modo in cui costruisce la realtà. L’obiettivo è rendere conscio tutto ciò che è inconscio.
Una psicoterapia riuscita implica in qualche misura che il paziente sia in grado di identificare idee, sentimenti, e ricordi che precedentemente , per un motivo o per un altro, manteneva fuori dalla parte conscia della sua mente o che non aveva avuto l’opportunità di pensare precedentemente.
Questi pensieri sorgono da nuove prospettive fornite dall’analista, esplicitamente o implicitamente, nel corso di una intima esplorazione con il paziente, basate sull’impegno reciproco finalizzato a indagare le difficoltà dell’analizzando. Ciò comporta che il paziente si sente meglio, la qualità della loro vita migliora, e questo cambiamento è percepibile da amici e parenti.
La cura di un paziente non si può considerare riuscita senza sapere per che cosa lo si voglia aiutare, ed è impossibile giudicare il progresso di un trattamento a meno che non si abbia in mente il risultato desiderato.
Pertanto un primo importantissimo passo consiste nell’arrivare insieme al paziente a comprendere quali sono i suoi sintomi e in che cosa potrebbe consistere un miglioramento sintomatologico.
Per sintomo intendo un aspetto di sé che il paziente ha bisogno di cambiare, in quanto causa di disagio. E’ il paziente che decide quali siano i suoi sintomi, e questo è un punto che non si sottolinea mai abbastanza.
Certamente il processo di individuazione dei sintomi avviene tramite la collaborazione tra paziente e analista, ma è il paziente che deve avere l’ultima parola sul sintomo, perché la psicoterapia non funziona quando l’analizzando viene curato per qualcosa che egli stesso non ritiene essere un problema, nonostante il terapeuta sia di parere contrario.
Ne segue che analista e pazienti presumono di perseguire un obiettivo condiviso mentre hanno idee diverse riguardo ai sintomi, che prima o poi emergono e causano disarmonia. La vecchia barzelletta della lampadina : quanti psicoanalisti ci vogliono per cambiare una lampadina? Solo uno, ma le lampadine devono voler essere cambiate!
Non è necessario che il paziente si rivolga all’analista con le idee chiare di quali siano i suoi sintomi per poter essere curato, molto spesso anzi, il paziente cerca aiuto senza avere alcuna chiara nozione di come dovrebbe cambiare. Il paziente è solo consapevole del suo malessere e desideroso di star meglio.
Alcuni pazienti sono pronti a riconoscere di aver bisogno di aiuto, ma quando descrivono i loro problemi, questi risultano sempre causati dall’esterno, da coniugi poco comprensivi, colleghi offensivi, problemi fisici o altre situazioni fuori dal loro controllo; non vedono in se stessi nulla che possa essere causa del suo malessere.
Oppure, può verificarsi l’esatto contrario, come nel caso in cui alcuni pazienti che fanno di tutto per trovare tratti patologici in se stessi per evitare di riconoscere che il oro disagio nasce da circostanze esterne. Esempio: partner abusanti che non vogliono cambiare, figli in difficoltà la cui sofferenza desiderano minimizzare. Riconoscere il meccanismo della negazione è il primo passo verso la guarigione.
Una volta che analista e paziente sono d’accorso sui sintomi, possono intraprendere una esplorazione che abbia come scopo il sollievo. La psicoterapia ci permette di capire che cosa c’è che non va nel modo in cui il paziente costruisce la propria realtà che percepisce come dolorosa. Una volta compresa la natura del problema, si è solo a metà strada, occorre anche proporre un rimedio.
Bisogna aiutare il paziente a trovare nuove modalità di funzionamento che sostituiscano quelle vecchie e disfunzionali. Lo scopo dell’analista non è solo quello di scoprire aspetti problematici della vita psicologica del paziente, ma anche quello di poter cambiare questi aspetti.