Quando si parla di stalking, tutti pensano ad un uomo che perseguita un ex compagna, incapace di accettare la fine del rapporto.
Meno conosciuto è il fenomeno inverso ovvero lo stalking di una donna diretto ad un uomo o ad un altra donna.
Non sempre vittima delle molestie è un ex amante, a volte può trattarsi di qualcuno con cui la persecutrice ha una rapporto professionale o di amicizia : una vicina di casa, una collega, il proprio medico curante.
In rari casi la vittima può essere un conoscente o una persona con cui la stalker non ha un rapporto diretto ( per esempio la compagna dell’uomo di cui è innamorata).
Anche se lo “stalking in rosa” sfocia raramente nella violenza fisica ( sebbene questa eventualità non sia da escludere) le conseguenze sulla vita della vittima possono essere ugualmente rovinose.
La stalker donna non cercherà di distruggere la sua vittima fisicamente come la controparte maschile ma si vendicherà in modi più indiretti, colpendo l’altro in ciò che ha di più caro: nel rapporto di coppia, nelle amicizie, sul lavoro o infangando la sua reputazione.
I mezzi usati sono la calunnia, la diffamazione e il pettegolezzo ma nei casi più gravi si può arrivare al ricatto, alla denuncia e persino al tentativo di sucidio e all’ aggressione fisica.
Conosco un uomo, la cui ex fidanzata per riaverlo indietro era arrivata al punto di simulare una gravidanza e di raccontare agli amici comuni di essere stata lasciata mentre era incinta.
Quando anche questo stratagemma era fallito, lei disperata e furiosa per l’abbandono, aveva cercato di denunciarlo per violenza carnale e aveva messo in giro la voce di essere stata stuprata da lui ( quando era lei ,che tentativo di riconquistarlo, tentava di sedurlo in tutti i modi, offrendosi sessualmente in modo molto esplicito).