Non siete mai riusciti a imparare le tabelline e a effettuare semplici calcoli?

Non siete mai riusciti a imparare le tabelline e a effettuare semplici calcoli?

QUANDO LA MATEMATICA E’ UN PROBLEMA

Una breve ma meritata parentesi.
La discalculia non è una malattia, non è un deficit e  non implica assolutamente un deficit intellettivo,

È il disturbo relativo all’apprendimento del sistema dei numeri e dei calcoli che  si presenta associata alla dislessia, ma in alcuni casi, anche se piuttosto rari, è un problema che si riscontra in modo isolato nei bambini. Con il termine discalculia non si intende fare riferimento alle difficoltà che in modo più o meno frequente vengono osservate nella comprensione di quella materia indubbiamente così affascinante, ma nello stesso tempo complessa, che è la matematica e che vede spesso i ragazzi, soprattutto delle scuole superiori, impegnati a scoprire la soluzione di quesiti e problemi molto articolati. Con tale termine si fa invece riferimento a un disturbo specifico del sistema dei numeri e del calcolo in assenza di lesioni neurologiche e di problemi cognitivi più generali.

Per questo motivo, rifacendosi a quanto è stato esplicitato per la dislessia, è importante sottolineare che la discalculia si manifesta nonostante un’istruzione normale, un’intelligenza adeguata, un ambiente culturale e familiare favorevole
Tale disturbo coinvolge, in particolare, l’acquisizione di abilità relativamente semplici, quali ad esempio la scrittura e la lettura dei numeri e il sistema del calcolo (come ad esempio la memorizzazione delle tabelline, l’esecuzione delle procedure di calcolo ecc.).

La discalculia viene suddivisa in primaria e secondaria:
– la discalculia primaria rappresenta il disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche
– la discalculia secondaria si presenta associata ad altri problemi di apprendimento, quali la dislessia, la disgrafia, ecc. In queste situazioni ci si occuperà soprattutto del problema dislessia e della sua riabilitazione. 
Bisogna intervenire all’origine del problema e non sul disturbo di calcolo in sé, che da solo non darebbe risultati soddisfacenti.

La discalculia, l’equivalente matematico della dislessia, è una condizione che colpisce fino al sei per cento di tutti i bambini. Chi ne soffre si trova in grandi difficoltà con tabelline e operazioni e risulta spesso incapace di effettuare semplici addizioni e sottrazioni anche da adulto.
Ricerche sperimentali mettono in evidenza come soggetti con discalculia producono ritmi di attività anormali in una zona del cervello chiamata solco intraparietale destro che aiuta a visualizzare le immagini spaziali. Lo stesso solco è risultato insolitamente breve e poco profondo in 14 donne che soffrivano di una condizione genetica chiamata sindrome di Turner, che Molko e colleghi hanno studiato con tecniche di risonanza magnetica funzionale. La sindrome di Turner è associata alla discalcolia. La scoperta conferma l’ipotesi secondo la quale i discalcolici hanno difficoltà a concepire l’ordinamento dei numeri, per esempio a collegare con una linea i numeri da 1 a 100. Molko spera che le tecniche di brain imaging possano consentire una migliore diagnosi del disturbo rispetto agli attuali test cognitivi.  La discalcolia, però, fa probabilmente parte di uno spettro più ampio di difficoltà legate all’apprendimento della matematica. Alcune persone hanno problemi a distinguere fra le decine e le unità, altre a ricordare somme imparate a memoria. “È improbabile che un’unica area del cervello possa spiegare tutti questi problemi.
Per approfondimenti :
N. Molko et al. Functional and structural alterations

of the intraparietal sulcus in a developmental dyscalulia of genetic origin. Neuron40, 847 – 858.