Dal primo scritto di Freud, gli atteggiamenti culturali relativi alla sessualità sono radicalmente cambiati. Divenendo la sessualità un’area di legittima indagine scientifica, è emerso che le coppie normali hanno una varietà di comportamenti sessuali , alcuni dei quali considerati in passato perversioni.
Le disfunzioni sessuali sono condizioni che si ripetono più volte (ovvero non accadono occasionalmente una volta sola) pertanto causano notevole disagio e difficoltà interpersonali perchè rendono molto difficoltoso se non impossibile riuscire ad avere un rapporto sessuale soddisfacente.
Le Parafilie si possono manifestare sotto molteplici aspetti:
Solitamente le persone affette da parafilia tendono a negare di soffrire del disturbo per cui è improbabile che si rivolgano direttamente ad uno specialista. Lo fanno generalmente se subiscono pressioni in questo senso dal partner o se hanno subito denunce o condanne penali per i loro comportamenti a sfondo sessuale.
Le persone che soffrono di parafilia possono guardare, leggere, comprare o collezionare fotografie, film e testi incentrati sul loro tipo privilegiato di stimolo parafiliaco.
Molte di esse sostengono che il proprio comportamento non causa loro disagio e che l’unico problema è la reazione degli altri al loro comportamento. Capita però che alcuni individui riferiscano intensi sentimenti di colpa, vergogna, e depressione quando devono dedicarsi alle loro fantasie ed attività sessuali socialmente inaccettabili ed immorali.
Per quanto detto spesso le relazioni sociali, familiari, affettive e sessuali sono compromesse, così come la capacità di avere con il partner un’attività sessuale soddisfacente e caratterizzata da reciproco affetto ed eros
La psicoanalisi freudiana poggia sull’equazione parafilie = immaturità /regressione sessuale, uno dei capisaldi dell’intera teoria di Freud. Il ruolo dei condizionamenti culturali è invece evidenziato dalle teorie sociologiche che associano le perversioni sessuali a ben definiti ruoli attribuiti al soggetto da micro o macrosocietà. Infine, più di recente, si è cercato di accogliere e di integrare sia l’interpretazione psicodinamica che quella sociologica. È il caso della teoria cognitivo-comportamentale per la quale le parafilie sono si di origine socio-psicologica ma è “responsabilità” del soggetto il mantenimento e la complicazione degli stimoli “perversi” attraverso il sistema integrato di convinzioni, emozioni e comportamenti individuali.
Le fantasie, gli impulsi sessuali o i comportamenti causano grande disagio per la persona avendo forti ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale e affettiva. In alcuni casi è facile che le persone vadano incontro a denunce per i loro comportamenti sessuali (si pensi per esempio al voyeurismo e alla pedofilia).
Nonostante siano molto invalidanti socialmente le persone che ne sono affette tendono a negare la responsabilità delle loro azioni, faticano ad essere empatici nei confronti delle loro vittime e ad identificare i deficit sociali che creano con il loro comportamento.
Le cause del transgenderismo e del transessualismo sono poco chiare: sono state oggetto di diverse speculazioni e teorie, ma allo stato attuale delle ricerche, finora nessuna è stata ampiamente e scientificamente dimostrata.
L’esito di questo disturbo è spesso l’intervento chirurgico e/o il trattamento ormonale, per la ricostruzione di una morfologia fisica che consenta l’armonizzazione del corpo con una personalità che possiede un’identità di genere dell’altro sesso. In questi casi, infatti, l’intervento psicoterapeutico risulta del tutto inefficace, e gli psicologi si limitano ad occuparsi dello screening psicologico, volto all’accertamento dell’esistenza del bisogno profondo di cambiare sesso, non rimovibile perché non legato a fattori transitori.